“La Civiltà dell’Orto” Giancarlo Cappello Ed. L’età dell’Acquario (2019)
Estratto
La matrice Steineriana della coltivazione elementare è nel considerare più importante il fattore energia che non la gestione agronomica della materia, come d’altronde la nostra vitalità intellettuale, morale e fisica dipende dalla qualità e dall’energia degli ideali e del cibo. …La coltivazione elementare intuisce come nell’humus converga l’energia del Tutto e come da lì le piante sappiano prelevarla per distribuirla alla vita del Pianeta. …Nell’abbondanza che la Natura può garantire a tutti, come ha garantito per milioni di anni sino al prevalere della razza umana, ci sono le condizioni per la pace sia tra noi umani che tra noi e l’ambiente. … potremmo dire che a partire dalla formazione di humus non esista suolo non coltivabile senza fatica e con buoni raccolti. E dato che in Natura la fertilità della terra dipende solo dalla presenza dell’humus e non dalle pratiche agricole, si può concludere con certezza che la coltivazione elementare può mostrare ovunque la propria efficacia. …La strada che ci ha allontanato dalla Natura ha il fondo di zolle dove il piede non trova equilibrio o affonda nel fango; quella della riappacificazione è un morbido tappeto erboso che fa capolino su una profumata coltre di fieno, dove il piede nudo può incedere con fiducia. Eliminare l’erba spontanea dall’orto significa negare vitto e alloggio ai fattori di equilibrio e trovarsi nell’imbarazzante condizione di sostituirsi alla Natura, arroganza non priva di conseguenze… …La coltivazione elementare richiede coraggio e autodisciplina perché non lascia spazio alle mezze misure e ti mette in gioco in prima persona; andare fino alle estreme conseguenze come ti chiede la logica della Natura significa affrontare seriamente anche sé stessi, senza indulgenza. Divertirsi è una cosa seria. …La forte diminuzione di ore lavorative nell’orto elementare lascia più tempo da dedicare a sé stessi. Alla riflessione, alla meditazione, al sentire: dalle intenzioni alle emozioni. …Per consuetudine associamo la parola «razionalità» a qualcosa di positivo, ma credo sia venuto il momento per parlare seriamente di estemporaneità/ consapevolezza come possibilità creativa e spontanea di risoluzione dei problemi… A fronte del benessere materiale ma non spirituale ottenuto, il raziocinio distruttivo ha ancora molti, troppi fan… l’uomo tecnologico è un bambino che sa distruggere, ma non ricostruire, il pensiero razionale è troppo lento per comprendere e coincidere con le dinamiche della Natura.
…A chi mi chiede cosa vuol dire coltivare, rispondo: «Esserci»
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