Archetipi

La grande madre  Erich Neumann 1974

…Lo sviluppo della totalità psichica del singolo individuo, urgente e necessario, sarà possibile solo quando l’uomo occidentale sarà psichicamente all’altezza dei rischi che minacciano dentro e fuori la sua esistenza… Solo questo sviluppo integrale del singolo renderà possibile una vita feconda della comunità… L’interesse per il mondo arcaico degli archetipi… schiude all’uomo una concezione del mondo capace di trasformarlo in qualcosa di più grande e di fargli acquisire anche un approccio nuovo alla vita e all’intera comunità. L’assimilazione del mondo archetipico dell’umanità conduce a una forma interiore di umanizzazione che non è sapere cosciente, ma un’esperienza dell’uomo integrale… una forma di sapere di natura psicologica, senza la quale lo sviluppo futuro dell’umanità in crisi è inconcepibile.

 

La Civiltà dell’Orto” Giancarlo Cappello Ed. L’età dell’Acquario (2019)
La separazione dalla Natura Madre – Mara Lilith Orlandi

Estratto

Questo mio contributo si propone di offrire un’interpretazione di come il Femminile inteso come entità archetipale, sia stato estromesso dall’esistenza umana e come il suo «recupero» possa formare un senso di sé completo, integro, armonioso…
Rimovendo la Madre Divina come modello archetipale fin dal concepimento stesso in quanto non prevista nella creazione, sono sparite – o si sono alterate per un gioco di corrispondenze – anche tutte le forme da Lei rappresentate e in cui a sua volta trovava rappresentazione, sia simboliche che effettive. Espressioni collegate il cui riconoscimento è stato profondamente alterato a seguito dell’occultamento della Madre Divina sono ad esempio: la Vita e la vitalità, la Natura, la Terra, la nascita, il corpo, l’inconscio, il cibo, il sangue uterino, le fasi del ciclo uterino, il parto orgasmico, il piacere, la sacralità, l’affettività, la capacità di radicamento, il potere trasformativo, ciclico, rigenerativo, il potere distruttivo, il potere assertivo, la consapevolezza integrata nel corpo, l’istinto mammifero, il sentire, il sapere innato, l’ispirazione, il trascendente, il selvatico, l’origine, le immagini e la simbologia della maialesca e della cinghialessa sacre, il saper trattenere, il saper lasciare andare, il potere di stare sul limite tra ciò che esiste e ciò che ancora non esiste facendosi passaggio tra i mondi.
…Se consideriamo il modello archetipale come il riflesso di un pensiero universale radicato e sostenuto da un’esperienza corporea e, a sua volta, l’esperienza nella materia come riflesso e substrato in cui si muove una vicenda archetipale-psichica, ricordare che le prime esperienze sensoriali del mondo come esseri umani, quindi il conseguente sistema percettivo, emotivo, affettivo, psichico, oggettivo, mentale, relazionale, comportamentale, avvengono e si formano grazie e tramite il corpo e la presenza della mamma biologica servirà a comprendere come l’assenza del modello archetipale della Madre Divina (versione iperbolica della mamma biologica) ci manchi indelebilmente con il suo vuoto e crei in noi un tale stato di vulnerabilità da renderci assoggettabili a un Potere che si propone sostitutivo e rassicurante.
…L’inquietudine dell’orfano/a ci accompagna come un fiume sotterraneo alimentando la sensazione di non essere mai del tutto al sicuro.

www.coltivazione-elementare.org

 

Verità e bellezza – Dal dualismo alla dualità –

Il Qi Gong tra le discipline psico-corporee L’integrazione del sé – A. P. d. G. 2012

…Neumann richiama anch’egli, in altri termini, l’importanza di un sapere di natura psicologica indispensabile per riconoscere in noi quegli archetipi che ritornano sotto forma di sogni o immagini fantastiche e che ci parlano di noi, delle nostre paure e fantasmi ma anche dei nostri desideri e inclinazioni e causa del nostro modo di relazionarci a noi stessi e agli altri; tutto per condurci all’evoluzione della nostra coscienza…

La malattia considerata come una “chiamata degli dei” secondo le parole di Hillman può darci l’energia giusta per affrontarla; gli dei/archetipi che albergano in noi e di cui possiamo divenire consapevoli e tali da suggerirci ancora qualcosa sulla nostra individualità più autentica e sul lavoro che dobbiamo fare per migliorare la nostra condizione, sono nostri alleati, parti di noi sconosciute, dei che abbiamo scordato di onorare.

Nuovi approcci alla malattia fioriscono: la Nuova Medicina di Hamer con le 5 leggi biologiche già rimanda alla persona e alla sua reattività, lo sviluppo della malattia come il suo stesso percorso inverso, la guarigione. L’omeopatia spinge in un percorso a ritroso considerando la malattia sintomo di altri minori che sono solo l’avviso che l’anima è sofferente di motivazioni che non vogliamo vedere. Il testo Malattia e destino di Thorwald Dethlefsen è sulla stessa linea insieme al suo approccio alla salute con la psicologia esoterica: “Solo la conoscenza della propria origine prima consente all’uomo di riconoscere il proprio fine; il fine è la perfezione, la perfezione è l’espressione dell’unità, questa unità noi la chiamiamo Dio”. In questo tipo di medicina l’individuo è responsabile della propria salute, ma anche libero di disporne, non delega più il medico o la medicina, ma è protagonista del proprio cambiamento; un concetto questo che evidentemente è contrario allo schema economico/culturale della nostra società.

Hillman dice: smascheriamo la mentalità della vittima poiché, finché consideriamo la nostra vita come frutto dei nostri cromosomi o dei vissuti infantili familiari e sociali, la nostra storia sarà quella di una vittima.  Molti praticanti di varie religioni pensano che i cambiamenti positivi nella loro vita avvengano per cause esteriori (Dio), non che derivino dal proprio impegno. La scuola dà informazioni, ma non educa… La gente ha bassa capacità di attenzione e concentrazione che è il punto da cui poter iniziare. Invece di cercare le cause fuori di noi, diamo per certo che tutti abbiamo emozioni distruttive e chiediamoci quale sia la loro natura. (Dalai Lama 2007)

…ciò che può dare inizio al percorso può essere il mero desiderio di conoscenza della verità, di qualcosa di semplicemente più autentico per noi cioè vitale, significativo e significante, una semplice spinta evolutiva nel percorso di perfezionamento di sé che da sempre occupa l’animo del genere umano. Una inaspettata presa di coscienza che risveglia a nuovi assunti prima latenti e che ora rivelano la realtà sotto una nuova luce, ancora ci spinge ad andare oltre il conosciuto… Per poter comprendere gli eventi fuori e dentro di noi abbiamo avuto bisogno di analizzare ogni singolo aspetto della realtà; ma se scendiamo a livello percettivo, la modalità di ragionamento sintetico conduce a cogliere l’unità che ci contiene e viverne l’armonia e la bellezza. Il flusso della vita se accettato ci conduce verso la coscienza, verso l’evoluzione incontro all’unità del tutto di cui facciamo parte, spesso senza avvedercene.

Lo sviluppo umano prosegue in uno sviluppo abnorme del momento razionale, svilendo il momento percettivo, irrazionale, casuale, caotico. Ma la vita autentica si fonda sull’unione non sulla separazione e il nichilismo odierno ne testimonia le nefaste conseguenze. Accettare la frustrazione narcisistica che la direzione intrapresa può non essere quella funzionale alla vita (autentica e creativa) è il punto di partenza per intraprendere un viaggio e riscoprire la antica, ancestrale unità con un coscienza ormai molto più profonda e più vicina all’essenza del reale.

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