Cadono i miti dell’eroe, del martire, del samurai/kamikaze
Le mie riflessioni presero infine una nuova direzione: scorsi le prime tracce di un passaggio che credo importante perché lo considerai l’inizio di una presa di distanza dal mito dell’eroe da parte del mio amico che io stessa consideravo eroe; fui felice di ciò, ma vi spiegherò perché. Gli eventi iniziarono a sottrarre terra di sotto i piedi a un mito senza tempo e credo sia stato un bene. Un bene per il mio amato, ma non solo. Avvenne un episodio in cui Goldrake 2, il velivolo progettato da Procton per sostenere Goldrake nei punti deboli, è pronto per il collaudo per il successivo impiego a fianco di Goldrake.
ACTARUS obietta “Ma servirà per lo studio del cosmo! Proteggere la Terra è un compito che spetta a me.”
KOJI “Davvero? Non avertene a male, ma prima o poi tu tornerai sul pianeta Fleed e io resterò a difendere la Terra.”
ACTARUS “Senti…”
PROCTON “Actarus, non mi sembra il momento di litigare proprio adesso!”
Actarus, colto in fallo per la prima volta e per la prima volta redarguito da Procton, con la mano dietro la testa come chi, colto nell’errore, mostra pudore per aver sbagliato ed essere stato ripreso risponde: “Hai ragione.” Actarus è colto in fallo di fronte ad una novità: ci sarà qualcuno a pilotare un nuovo velivolo, una nuova arma al fianco di Goldrake, per aiutarlo nella guerra di tutti noi; il nemico iniziava a studiare i punti deboli di Goldrake, pertanto era un periodo in cui facemmo un’analisi, osservando i propri lati fragili e troppo esposti all’arma nemica. Di questi occorreva essere consapevoli e, con un lavoro di rielaborazione, occorreva trovare soluzioni specifiche e mirate, non c’era tempo per restare a gingillarsi. Il nemico anch’esso sempre più messo di fronte alle proprie mancanze, ne osservavano l’affievolirsi dell’azione aggressiva, pertanto a nostro favore.
Procton, attento a tutto ciò, pensò bene di creare nuovi espedienti, nella fattispecie nuovi veicoli, per fronteggiare gli aggressori. Il punto debole del nemico è il seguente: la loro base è sul lato oscuro della Luna; su questo satellite non vi è atmosfera; i meteoriti che vi cadono, si frantumano al suolo, provocando crateri e distruzione di ciò che trovano nell’impatto: la base del nemico è lì, inoltre è sempre più alle strette, tra pericolo di distruzione ed estinzione per assenza di risorse energetiche. Il punto debole di Goldrake invece è rappresentato dai tempi morti nel passaggio tecnico dell’azione da modalità diretta del robot alla modalità in movimento con l’astronave e Procton, avvertendo tale fragilità, nel tempo ha pensato ad un nuovo veicolo. In parallelo anche ad Actarus capita di dover affrontare se stesso: deve osservare il proprio punto debole, farsene carico, osservare e accettare anche la sua natura. Non è solo un alieno con doti straordinarie; la natura umana, di un essere calato in una comunità sociale con la sua fragilità, è presente anche in lui; rinunciando al suo destino di eroe che vince si, ma muore, da solo, scende un po’ dal suo trono, ma trova noi, la sua squadra e presto ne osserverà gli esiti.
Quindi procedo a raccontarvi.
Actarus rapito con lo sguardo sullo specchio d’acqua, dove sta strigliando il suo cavallo, vede sulla superficie dell’acqua il simbolo della guardia scelta di Vega (evidentemente un’intuizione, un preavvertimento, una percezione) e ne prevede un prossimo attacco, sente di nuovo la morte vicina. Ma Procton, all’ultimo momento è riuscito a terminare il collaudo del nuovo velivolo e a mettere in campo la sua nuova creatura con cui intende superare il punto debole di Goldrake: Goldrake 2 che non sarà solo un veicolo per lo studio del cosmo ma…
PROCTON “Con l’agganciamento di Goldrake 2 a Goldrake si eliminano i tempi morti…” e Goldrake può difendersi quando è lontano dall’astronave che lo ospita.
ACTARUS “Ma Koji sarai tu a pilotarlo?
KOJI “Certo! E chi se no?” …ed esce dalla stanza.
PROCTON “Actarus, comprendo il tuo stato d’animo, tu sei preoccupato per Koji”
ACTARUS. “Si”
ACTARUS “Si, agganciare Goldrake a Goldrake 2 vuol dire che in combattimento Koji condividerà il mio stesso destino; io non temo per la mia vita e sono pronto a sacrificarmi, però non me la sento di coinvolgere Koji in tutto questo, non posso!”
PROCTON “Lo so”
Koji che nel frattempo era uscito di stanza, ha ascoltato tutto e rientra:
KOJI “Ma quando la smetterai di comportarti in questo modo?”
ACTARUS “Koji, cerca di capire…”
KOJI “Tu lo conosci l’ideogramma che significa persona?”
ACTARUS “Persona?”
KOJI “Quell’ideogramma è formato da due tratti; sono le due gambe che insieme sostengono la persona. Lo stesso succede con gli esseri umani; le persone per vivere devono sostenersi le une con le altre. Certo, tu sei molto forte, però sei pur sempre un essere umano e dunque anche tu non puoi fare tutto da solo, ma hai bisogno dell’aiuto degli altri. Oppure vorresti dire che non appartieni alla razza umana, perché sei un extraterrestre del pianeta Fleed?”
PROCTON “Actarus devi dargli ascolto, gli esseri umani sono fatti per vivere aiutandosi gli uni con gli altri; era esattamente questo che avrei voluto dirti poco fa.”
ACTARUS “Ho capito e avete ragione; Koji ti sono grato, non dimenticherò mai queste tue parole.”
Ecco che Actarus ha pensato bene di far presto a correggersi riguadagnando stile, ma senza una ferma posizione da parte di Koji e del Professore, come sentirsi legittimato a permettere che altri rischiassero la vita insieme a lui? Comprendo anche però che si può essere senza più cuore di veder morire le persone amate e voler perciò far tutto da sé, per non coinvolgere nessuno. Dunque infine Actarus e Koji vincono la guardia scelta di Vega, colpendola nel suo stesso punto debole. Il veghiano se ne rende conto: “Volevo colpire il nemico sfruttando i suoi punti deboli, ma ho finito per trascurare i miei!”
ACTARUS “Padre, Koji, ora so cosa vuol dire poter contare sull’aiuto di qualcuno!”
PROCTON “Si siamo esseri umani e dobbiamo vivere sostenendoci gli uni con gli altri.”
Perciò non gli dispiace poi molto, perdere l’esclusiva del primo posto in prima linea e il ruolo di protettore sacrificale verso la vita altrui, cosa che mi rappresenta solo una mera ingiustizia. “Perché, perché?” Urlava Actarus recalcitrante a tornare a combattere, perdendo la serenità di quella vita bucolica in fattoria! Goldrake 2 che aggancia Goldrake alle spalle, è una scena che traduce e sottolinea il cambiamento, il passaggio evolutivo; è un abbraccio che si ripete ogni volta come un rito atto a suggellare la presa di coscienza. Il fardello sulle spalle del difensore della Terra è sostituito ora dalla protezione che gli garantisce Koji e che restituisce ad Actarus il mal tolto! Actarus non è più il solo a doversi fare carico del male del mondo! Qui siamo oltre! La responsabilità è ora condivisa! Actarus ottiene il diritto alla vita; umile e modesto, si arrende e si lascia abbracciare, compiendo un passo verso la vita; accetta Koji al suo fianco per contratto, non, come al solito, all’ultimo momento a causa di un imminente rischio della vita; formano una squadra finalmente. Così Actarus esce da un destino di solitudine eroica e stoica, scegliendo di legittimarsi a vivere sfumature di vita diverse compiendo un passo verso la vita, come ha spesso incoraggiato negli altri. È l’Universo che decide e mostra il cammino, noi dobbiamo solo osservarne i suggerimenti, cogliere e ascoltare il messaggio. L’esito di questo incisivo intervento sui punti deboli è a nostro favore. Il nemico confessa di aver trascurato la conoscenza di sé, proiettandosi completamente ad osservare i limiti altrui, ha trascurato di guardare in casa propria.
Questo evento vede per una volta il mio eroe (non più eroe) imparare una lezione più che insegnare come, di consueto avveniva; impara ad affidarsi, a permettersi di lasciarsi andare e proteggere, avvolto da un abbraccio sicuro. Solo una salda guida interiore può suggerire la strada.
Actarus aveva già capito la lezione quando accadde quell’episodio in cui Naida lo fece crollare psicologicamente; aveva capito di dover superare le fragilità che tengono al laccio e fanno agire anche contrariamente alla nostra natura, lasciando agli altri il potere di manipolarci. Ora il mio amico fa un passo in più, manifesta nel concreto quella comprensione, istituendone ritualmente la nuova dinamica: l’abbraccio di Goldrake 2 ripetuto ogni volta. Assolve così se stesso e si permette di vivere, si libera e compie un passo verso la vita finora boicottata, perché qualcuno finalmente glielo impone, incoraggiandolo una volta per tutte. Compiuta la scelta, l’Universo risponde:
L’antica ferita, ricordo del passato, coma una colpa da espiare, si fa sentire ancora, ricordandogli la morte imminente e certa.
In un nuovo scontro Actarus incontrerà il suo amico di giovinezza Morus che lui salvò quando Vega attaccò il suo pianeta; Actarus venne ferito al braccio destro rischiando la vita per salvarlo con la sua sciarpa che infine gli donò. Ancora una sciarpa si manifesta con un misterioso potere e forza di salvezza, proprio come fece la sciarpa regalatami da mio padre come ricordo della mamma e che mi portò fortuna in un combattimento. Morus ora è condizionato da Vega che lo tiene sotto controllo in suo pieno potere e lo spinge a distruggere Goldrake. Actarus faticherà non poco a farsi riconoscere; gli ricorderà l’antica amicizia, i tempi vissuti a confrontarsi, ospitandosi a vicenda sui propri pianeti per i loro studi scientifici e gli ricordò la sciarpa. Actarus scopre il distintivo tramite cui Vega teneva in scacco il suo amico e glielo allontana repentinamente: “Sei stato manipolato!”, il distintivo scoppia. Morus capisce dunque la trappola e in modo fulmineo ricorda tutto quanto: “Stavo per uccidere il mio migliore amico. Come ho potuto? Come?”
ACTARUS “Non hai colpa; ti avevano fatto il lavaggio del cervello.” Si preme la ferita al braccio che dolora. Morus, salvato per una seconda volta, si ravvede e ricorda “Ti colpirono quando mi salvasti la vita; come ho fatto, come ho fatto a dimenticare l’amico che non ha esitato a rischiare la sua vita per salvarmi; ancora adesso porto quella sciarpa!”
ACTARUS “Io ho solo fatto quello che avresti fatto anche tu.”
Morus carica la pistola e la punta sull’amico.
ACTARUS “Ma che cosa vuoi fare ora?”
MORUS “Duke, non ti muovere”
ACTARUS “No! Fermo!”
Dunque ecco la risposta dell’Universo: Actarus non muore per la ferita; gli viene incredibilmente guarita; il volger incontro alla morte del mio eroe mancato è disatteso al momento.
Riemerge infine un altro personaggio legato all’infanzia di Duke Fleed: Rubina la figlia di Vega promessa sposa del principe di Fleed per contratto di pace tra i pianeti. Ella avendo saputo che il padre le ha mentito su Duke Fleed e che non è morto come le ha fatto credere e, avendo visto che, passati 8 anni, il pianeta dell’amato si sta liberando della coltre di radiazioni, va a cercarlo; Actarus alla notizia di un pericolo e saputo chi fosse alla guida del robot nemico, vuole uscire con Goldrake; Procton non gli dà il permesso e lui andrà di notte, coperto da Koji che ha compreso che c’era una relazione tra lui e Rubina. Ma lei colpita a morte, riesce a rivelargli che la sede di Vega è situata sul lato nascosto della luna e gli chiede di tornare su Fleed ora rinato, e di dare il suo nome Rubina al primo fiore rosso che vedrà. La situazione è all’estremo delle forze di sopportazione di ognuno di noi; c’è l’esigenza di porre fine alla guerra, gli eventi incalzano in tal senso fino agli altri eventi con figli che muoiono, padri che a volte comprendono i loro errori. La strada sembra lunga.
Saputo del nascondiglio della base dei nemici, Procton invia un satellite spia sul lato nascosto della luna per carpire informazioni sul nemico; intanto sta approntando un modulo atto a viaggiare fuori dall’atmosfera. Con questa nuova arma potranno tutti andare ad attaccare per primi il nemico di sorpresa, mentre Vega, ormai solo, avendo perso i suoi comandanti, piange la figlia e medita un attacco globale.
Actarus medita invece di rientrare nel ruolo dell’eroe che unico salva i suoi amici e la Terra dai malvagi; Koji mi racconterà come piano piano lui metterà in atto il suo… disegno. Torna alla fattoria, incontra gli altri, insiste ad aiutare mio padre e poi mio fratello.
MIZAR “Era da tanto che non passavamo un po’ di tempo insieme qui alla fattoria.”
ACTARUS “Già, ma vedrai che la guerra presto finirà!”
MIZAR “Veramente?Ma allora vuol dire che potrò lavorare con te tutti i giorni!”
ACTARUS “Ascolta, mantenere la pace non è certo una cosa semplice; quando sarai grande, voglio che ti impegni con tutte le tue forze, per costruire un mondo migliore di questo! Me lo prometti? Eh?”
MIZAR “Certo! Conta pure su di me, voglio seguire il tuo esempio e mi darò da fare perché tutti possano vivere felici; vado a prendere dell’acqua!”
ACTARUS “Mizar sei bravo e so che non mi deluderai.”
Actarus resta solo e medita… mentre sto arrivando per richiamarlo all’appuntamento per la ricognizione… Actarus allora mi propone di tornare alla base a cavallo… Io incredula di tanta fortuna: “Era tanto che non facevamo una passeggiata a cavallo.”
ACTARUS “Già e devo dire che ti preferisco così…”; io non capii “Eh?” parandomi davanti a lui con il cavallo. “Che cosa intendi Actarus?”
ACTARUS “Voglio dire che mi piaci di più quando sei a cavallo e vorrei che buttassi quella divisa, quando la guerra sarà finita. Venusia mi piacerebbe che tu tornassi presto a essere quella di prima; la ragazza che se ne andava spensierata a cavallo!”
Sorrisi incredula e compiaciuta di quelle parole e tornammo alla base. Stiamo quindi tutti assistendo dall’alto alla messa a punto del nuovo modulo; vediamo i tecnici coordinati da Procton intenti a terminare alacremente il lavoro con gli ultimi dettagli. Maria chiede se sarà in grado di arrivare anche su Fleed; Koji risponde di si.
ACTARUS non perde l’occasione “Koji, quando Maria dovrà tornare sul pianeta Fleed, ti senti di accompagnarla?” Koji così viene invitato ufficialmente da Maria.
ACTARUS “Ti ringrazio!”
Tutti allora escono e Actarus si ferma e torna un attimo indietro: un ultimo sguardo da lontano lo vuole volgere a Procton che sta dando consegne ai tecnici per predisporre il collaudo, perché “non c’è tempo da perdere”…
ACTARUS “Padre!”, chiude gli occhi, se lo porta dentro al cuore e se ne va… Richiama Maria e le consegna un ciondolo del pianeta Fleed.
MARIA “Lo dai a me? Questo deve essere un oggetto a cui tieni molto… io non so…
ACTARUS “Non preoccuparti …” E glielo appende al collo “Tu sei la figlia del re di Fleed, Maria Grazia Fleed; non dimenticarlo; quando verrà il giorno in cui tornerai sul nostro pianeta, toccherà a te ricostruire il regno di Fleed! Maria adesso che appartiene a te, abbine cura… Conto su di te Maria Grazia Fleed!”
Koji, veduto il medaglione, pensa; è sicuro di averlo già visto…”Ora ricordo! Actarus quando sta da solo ha sempre un aria malinconica, come quella volta…” rievocando la scena, avendolo incontrato appunto da solo, gli disse “Scommetto che stai pensando di nuovo al pianeta Fleed!”
ACTARUS “Già!” Koji comprende la nostalgia per il proprio paese natale…”ma che cos’è?”
ACTARUS “Un medaglione che mi diede mio padre prima che fossi costretto ad abbandonare il pianeta…
KOJI “Allora è un oggetto con una lunga storia…”
ACTARUS “È il simbolo del trono e viene tramandato ai discendenti della famiglia reale…”
Koji connette tutto ora; ricorda la richiesta di Actarus di accompagnare la sorella su Fleed, pertanto, per intuito, capisce “No, non è possibile; non può aver deciso di…”
Siamo dunque in volo di ricognizione, Actarus in volo con noi in squadra; ma Koji vede che si allontana, indovina il suo pensiero, di Actarus che non bada a noi e va: “Su questo pianeta meraviglioso deve regnare la pace. Padre, ti sono grato! Fin da quando sono giunto sulla Terra, mi hai sempre trattato come un figlio. Non avrò più l’occasione di rivederti; è tempo che tuo figlio Actarus torni ad essere Duke Fleed. È l’unico modo per mostrarti la mia gratitudine e offrire la mia vita per salvare la Terra. Sconfiggerò re Vega anche se questo dovesse significare la mia fine.”
KOJI quindi lo ha seguito, e lo richiama: “Actarus, dimmi, dove stai andando?…Tu hai in mente qualcosa…”
ACTARUS “Ma cosa dici! Volevo soltanto fare una perlustrazione fuori dall’atmosfera!”
KOJI “È una bugia! Tu volevi andare da solo ad attaccare la base di Vega! Avevi intenzione di sacrificarti!”
ACTARUS “Koji, io…”
KOJI “L’avevo capito; non sei stato leale con me e noi siamo amici; se dobbiamo morire, moriremo insieme; abbiamo promesso di lottare per difendere la pace nell’Universo e questo tuo comportamento mi fa andare il sangue alla testa!”
ACTARUS “Aspetta Koji! Se uscissi dall’atmosfera con il tuo veicolo, ti disintegreresti nello spazio!”
KOJI “Non ti lascerò morire da solo! Forse non sarò in gamba come te, ma non dimentico la promessa fatta ad un amico! Osserva bene!”
ACTARUS “No! Fermati! Smettila di comportarti da incosciente!”
KOJI “E allora rinuncia ad andare da solo!”
ACTARUS “E va bene, ho capito, non andrò!”
KOJI “Perdonami amico! Quando attaccheremo la base di Vega, lo faremo insieme, combatteremo insieme; me lo prometti?”
ACTARUS “Si, va bene.”
Veniamo quindi attaccati da Lady Gandal che, stufa di dipendere dagli altri, colpisce Vega e si lancia verso la Terra per offrire il suo re in cambio di un posto pacifico sulla Terra, ma viene uccisa da Gandal per il suo tradimento. Quest’ultimo sarà sconfitto da Goldrake e infine questi, con tutta la nostra squadra a bordo del modulo spaziale, si lancia contro Vega e la sua Base. Vega ci precede di poco con un attacco globale, ma riusciamo a sconfiggerlo, definitivamente!
ACTARUS “Abbiamo sconfitto l’impero del male!
Così Actarus non muore contrariamente a quanto ci si aspettava dalla scelta del suo destino. Koji lo sottrae definitivamente ad un destino da eroe o da samurai che muore in battaglia e lo rimette in squadra con gli altri, venendo così a disturbare la perfezione del gesto di Actarus che, impassibile e centrato al suo obiettivo, prima di partire, pensa a lasciare un messaggio a ciascuno dei suoi amici. Ora invece le responsabilità sono divise tra tutti e il nobile gesto viene così svuotato di senso.
Nessun sacrificio, ma l’impegno di tutti nell’assumersi le proprie responsabilità, comprendendo di essere in qualche modo implicato in ciò che accade, renderebbe possibile una presa di coscienza, con il farsi carico del lavoro che occorre, specie per poter aver presa sulla propria vita, dirigendola secondo la propria natura e non l’altrui guida o potere di coercizione. L’assunzione di responsabilità diviene coscienza di poter cambiare lo stato di cose, superando il senso di impotenza. Pertanto il nuovo archetipo che intravedo è quello di un essere che cerca la propria evoluzione e nel proprio crescere diviene contagioso, condividendo la possibilità di cambiamento, non più prerogativa di pochi eletti, ma esperienza condivisa. Lascia una profonda impronta il modello di questo mito con la sua autentica umiltà che ne restituisce un uomo dall’autorevolezza difficilmente riscontrabile nell’essere umano; il suo carisma è evidente e innegabile. Caro maestro, ora inizia a insegnarci! Anche solo che con il tuo esempio e la tua presenza che già grida di luce cosciente. L’agnello sacrificale credo debba lasciare il passo a qualcosa di più elevato. Senza tanti Evviva! Urrà! ed altro, dobbiamo affrontare gli addii dei due fratelli.
PROCTON “Vorremmo che vi fermaste qui per sempre, ma la ricostruzione di Fleed è un compito troppo importante! Abbiate cura di voi” Stringe la mano ad Actarus.
La ricostruzione di Fleed? Ciò che simbolicamente vedo necessario a questo punto è una profonda riflessione! Come si è giunti a tanto? Cosa si è trascurato? In base a cosa sono state fatte le scelte e decise le direzioni intraprese? Cosa per arrivare ad una situazione in cui la ricerca e detenzione di un potere illimitato è l’obiettivo da raggiungere ad ogni costo di vite umane e di bellezza? La ricostruzione occorrente a questo punto quale è? Io vedo la ricostruzione della coscienza; il pianeta del nostro sentire più profondo, con le ferite più nascoste da osservare e affrontare, i desideri profondi disattesi e che chiedono ascolto. Perché alieni cattivi siamo anche noi. Si, è un compito troppo importante per essere disatteso! Non è facile mantenere la pace…
Mizar dà un mazzo di fiori rossi a Maria e dei semi da piantare su Fleed ad Actarus e piange anche lui, come me.
MARIA “Duke, dobbiamo andare!”
ACTARUS “Dov’è Koji?”
MARIA «Ha detto che lui odia gli addii e neanche io voglio salutarlo!” E scappa via.
I semi da piantare, il discorso al bambino di costruire un mondo migliore… I messaggi, simboli, gridano ancora… Actarus inchina il capo di fronte a tutti, ormai piangenti, da Procton a mio fratello, poi chiude gli occhi e si volta da una parte per nascondere le sue stesse lacrime; infine fugge via e partono. Koji, anche lui in volo, li incontra “Actarus, Maria, siate felici!”
La sigla originale
Tobe tobe Grandizer
Tobe! Tobe! Grendizer!
Daichi to umi to aozora to
Tomo to chikatta kono heiwa
Mamori mo kataku tachiagare!
Chikyuu wa konna ni chiisai keredo
Seigi to ai to de kagayaku hoshi da
Mamore!Mamore!Mamore!
Ningen no hoshi
Minna no chikyuu!
Yuke! Yuke! Dyuuku Furiido
Tobe! Tobe! Grendizer!
Koogeki-gun o kuitomero
Osore o shiranu energy
Aku no nozomi o hanekaese
Chikyuu wa konna-ni chiisai keredo
Uchuu de hitotsu no midori no hoshi da
Mamore mamore mamore
Ningen no hoshi minna no chikyuu
Chikyuu wa konna ni chiisai keredo
Uchuu de hitotsu no midori no hoshi da
Mamore mamore mamore
Ningen no hoshi minna no chikyuu
Vai! Vai! Duke Fleed!
Vola! Vola! Grendizer!
Questa pace che hai giurato
ai tuoi compagni il cielo azzurro il mare e tutta la Terra
Le difese sono solide, alla riscossa!
Sebbene la Terra sia così piccola,
è un pianeta che splende di amore e di giustizia
Proteggila! Proteggila! Proteggila!
Il pianeta degli esseri umani, la Terra di tutti noi!
Vai! Vai! Duke Fleed!
Vola! Vola! Grendizer!
Arresta l’attacco nemico!
Un’energia che non conosce paura
Respingi il desiderio del male!
Sebbene la Terra sia così piccola,
è un pianeta verdeggiante nello spazio.
Proteggila! Proteggila! Proteggila!
Il pianeta degli esseri umani, la Terra di tutti noi!
Sebbene la Terra sia così piccola,
è un pianeta verdeggiante nello spazio.
Proteggila! Proteggila! Proteggila!
Il pianeta degli esseri umani, la Terra di tutti noi!